Nonostante le temperature invernali, il forte vento e la pioggia, molti temerari non hanno desistito dal loro intento di trascorrere la giornata di pasquetta nel Bosco delle Pianelle. Il programma organizzato dal raggruppamento di associazioni che gestisce le attività in Riserva si è svolto regolarmente.
Le attività hanno avuto inizio alle 09,30 con un escursione nella Gravina delle Pianelle, un solco erosivo di origine carsica lungo alcuni km e dalle pareti calcaree alte più di 20 metri, aspetto peculiare del paesaggio della Murgia tarantina (la quale è solcata da numerose altre gravine). Il percorso si è articolato in modo tale da consentire ai partecipanti di ammirare sia il fondo della gravina, sia la sua sommità. Il fondo è caratterizzato da un bosco d’alto fusto di leccio, orniello, carpino nero e carpinella, con i tronchi ricoperti da un fitto manto di muschi e licheni, oppure avvolto nelle “grinfie” dei contorti fusti dell’edera. Effettuata una piccola sosta all’ “Albero del Capitano”, un maestoso esemplare secolare di leccio che purtroppo anni fa ha subito danni a causa di un fulmine, siamo ripartiti per raggiungere la parte alta della gravina: qui abbiamo ammirato la sua conformazione e lo splendido panorama, con le pareti di roccia ricoperte di vegetazione, e il comune di Mottola, che svetta solitario in lontananza. Fortunatamente è stato possibile avvistare anche dei rapaci in volo, e in più ci siamo imbattuti in un cervone (Elaphe quatuorlineata), un serpente diffuso nel Centro Sud dell’Italia e ancora molto comune in Puglia, nonostante il loro numero si sia ridotto notevolmente rispetto al passato. Le cause della riduzione sono da imputarsi ai disboscamenti, alla modifica dei loro habitat naturali, agli incendi, e purtroppo alle false credenze che esistono da secoli su questo rettile: è ritenuto,infatti,un animale velenoso e nocivo, e per questo ancora oggi viene ucciso deliberatamente da molta gente. CI TENIAMO A RIBADIRE INVECE CHE IL CERVONE NON E’ UN SERPENTE VELENOSO, anzi come tutti i serpenti è molto utile in quanto si nutre anche di topi, che altrimenti prolifererebbero a dismisura.
In tarda mattinata e nel primo pomeriggio l’attenzione è stata rivolta ai bambini, che hanno partecipato ad un laboratorio creativo-manipolativo dove con materiale vario (lana, cartone, piume, ecc.) hanno realizzato pupazzi di gufi, civette e barbagianni: un modo creativo e divertente per far conoscere ai più piccoli l’affascinante mondo dei rapaci notturni, anch’essi spesso vittime di dicerie che li ritengono animali portatori di sventura.
Infine alle 15,00 un ulteriore escursione si è articolata lungo la porzione della Riserva che confina con il territorio del comune di Crispiano, attraversando dapprima il bosco ad alto fusto di leccio, per poi addentrarsi nella macchia mediterranea, scoprendo così gli arbusti che la caratterizzano come il lentisco, il corbezzolo, la ginestra spinosa e molti altri. Lungo il percorso alcune radure hanno consentito ai partecipanti di godere di una magnifica vista sulla Piana di Taranto. Nonostante il cielo fosse plumbeo erano comunque ben visibili il golfo di Taranto, il comune di Crispiano, boschi di pino d’Aleppo e leccio e in lontananza l’imponente profilo del massiccio del Monte Pollino.
Il tutto a dimostrazione che anche in cattive condizioni atmosferiche la natura è in grado di dare grandi soddisfazioni.